martedì 29 novembre 2016

Qualcosa è cambiato

Ho perso l'equilibrio e ne sto cercando uno nuovo.
Credo di poter riassumere così.
Il tutto è iniziato quella notte di fine estate quando qualcosa mi ha svegliato e ci ho messo abbastanza a capire che il letto stava tremando sotto il mio corpo e con lui tutto il resto della casa.
Quella violenta scossa di terremoto, così come le successive, non ci ha arrecato danni materiali ma ha come aperto in me una piccolissima crepa.
Davvero, non so come sia successo, ma da quel momento le carte si sono rimescolate...la fine dell'estate, la ripresa della scuola, le ansie per i miei genitori, il contatto con persone nuove che mi hanno fatto vedere cose e lati di me che mi erano sfuggiti, ma esistevano per davvero...
Poi mio padre è caduto, è stato operato, è andato tutto bene, è tornato a casa.
Ma io sono in grande, grandissima difficoltà.
Perché sono lontana.
Perché non posso esserci quando vorrei esserci. O dovrei esserci.
Perché, volente o nolente, la mia vita è qui.
Perché ho una famiglia, piccola ma che richiede attenzioni.
Perché ho un figlio adolescente, che può benissimo cavarsela da solo, ma dal quale mi pesa enormemente stare lontana e che ha certamente sentito quei 10 giorni di separazione, perché gliel'ho letto negli occhi, ma non me lo dirà per non caricarmi di un peso.
Perché la maggior parte delle cose spicce in casa mia le organizzo, le pianifico e le sbrigo io e in mia assenza è piuttosto complicato anche solo, per esempio, accompagnare Lorenzo in piscina.
Perché vivo in uno stato di tensione continua.
Perché mi sento una cattiva, cattivissima figlia.
Perché mi trovo presa fra due affetti ugualmente grandi e importanti e vitali che mi reclamano. 
Sono come fra due fuochi. E i fuochi bruciano.
Perché so che scontenterò qualcuno, che rischierò qualcosa, da una parte o dall'altra.
E intanto la terra continua a tremare. E quella crepa si allarga.
Ma cerco e voglio vederla così...


Intanto vorrei ringraziare le persone speciali e a me tanto care, loro sanno chi sono, che mi stanno pazientemente e amorevolmente ascoltando, supportando e, per fortuna, SOPPORTANDO.