mercoledì 21 maggio 2014

Di maree

Per giorni il pensiero neanche mi sfiora, poi i ricordi arrivano ad ondate, una dopo l'altra, come la marea che sale e minuto dopo minuto conquista centimetri di sabbia, cambiando l'aspetto di un luogo che pure ci è familiare.

                  Cornovaglia, Agosto 1995


È un qualcosa che mi accade da sempre, da quando, almeno, ho una memoria consapevole.
Quando la marea arriva ci si può allontanare dalla battigia, il tempo c'è, oppure lasciarsi lambire dall'acqua, guardarla, osservarla, annusarla. Per moltissimo tempo, incline per natura all'introspezione e all'osservazione, ho messo in atto la seconda modalità, non coscientemente, ma per istinto.
Poi è arrivato un momento della mia vita personale in cui tutto è andato in tilt, sono stata come travolta da alcune di quelle onde e la mia mente e, di conseguenza, il mio corpo, non erano più in grado di guardarla la marea, ma desideravano solo allontanarsi. Con scarsi risultati perchè spesso ansia e panico paralizzano. E fanno star male. Parecchio male.
Sono stata rivoltata come un calzino senza che venisse fuori nulla di anomalo. Per fortuna. Ma la difficoltà di dare ai miei disturbi una classificazione fisica, di incasellarli in una patologia e quindi di curarli, mi faceva provare una gran rabbia.
Di fronte all'offerta fattami di silenziare tutto con delle medicine, ho cercato un'altra strada. Per fortuna l'ho trovata subito e si è rivelata quella giusta per me.
Al primo incontro Alessandra, la terapista a cui sono arrivata grazie ad un'amica, mi chiese cosa mi aspettassi da lei. Le dissi che ero disposta a tutto purchè non mi facesse più sentire tanto male e smarrita, pur di tornare come ero prima. Ricordo i miei racconti fiume, lei che poneva qualche domanda, ricordo bene di aver disegnato, con una certa vergogna per la mia (in)capacità artistica, me stessa, un albero (e forse non è un caso che mi piacciano tanto!), una casa e di aver detto che cosa vedevo in una serie di disegni strani, tipo macchie, e mi facevano pensare a quando si osservano le nuvole in cielo e ognuno ci vede una forma, un animale, una cosa tutta sua...
Ha fatto benissimo il suo lavoro, mi ha offerto appoggio, fiducia, sicurezza e mi ha fornito delle chiavi che ho continuato ad usare e riusare negli ultimi 23 anni, senza che si consumassero neanche un po'. A volte senza neanche accorgermi che ricorrevo a quelle chiavi.
Mentre vivevo e attraversavo le cose, le situazioni, quasi non mi rendevo conto delle scelte che facevo, di quello che mi muoveva, di come mi muovevo. Eppure pensavo, riflettevo, sceglievo. 
Poi a distanza di anni ci sono certi momenti, quasi delle illuminazioni, in cui le cose mi appaiono in una certa particolare angolazione, si allineano, io tiro le fila e tutto acquista un senso...non so, magari succede a tutti così, ma resta comunque un fenomeno che mi lascia ogni volta sbalordita.

Fatti tutti quei test, Alessandra mi disse che una delle cose che emergeva con più forza e chiarezza era che nella mia vita avevo ricevuto molto amore.
Sul momento non detti molto peso a questa frase, la misi lì, insieme a tutte le altre cose che lei via via mi diceva o sottoponeva alla mia attenzione. Col tempo, invece, ho capito che quella frase è stata per me la chiave di volta con la quale guardare il mio passato, i miei cari, le vicende, me stessa, le mie scelte, i miei limiti, i difetti, gli errori, le potenzialità e con la quale vivere la mia vita.

Oggi, quando sale la marea con le sue onde che a volte mi cullano, altre mi schiaffeggiano, mi ritrovo, nella maggior parte dei casi, seduta, a guardarla, di più, ad annusarla e mi torna in mente quella sua frase capace di rendere tutti i ricordi più dolci anche quando di per sé non lo sono.
Negli ultimi 10 anni ho capito un sacco di cose e per conseguenza tante altre sono andate a posto.
È proprio vero che sono stata amata, che ho avuto un'infanzia serena e spensierata e invecchiando, ogni giorno i miei ricordi prorompenti mi bussano alla porta, senza che io li chiami, e mi consegnano istantanee colorate, vivide e dettagliatissime dei miei primi venti anni di vita. E più sono lontani, più sono vivi quei ricordi. Non sarei come sono se i miei genitori, i miei nonni, i parenti, gli amici di famiglia, gli insegnanti, gli adulti che hanno popolato la mia vita non mi avessero circondata di affetto, tanto da viziarmi in certi casi.
Ed invecchiando ho capito più a fondo tutte le infinite sfaccettature che compongono le cose, le decisioni, i fatti, i ragionamenti, le intenzioni degli esseri umani.
So che non tutto è stato bello e positivo, che alcune cose si sarebbero potute fare diversamente, risparmiando certe sofferenze. Ma preferisco guardare il positivo, partire da lì, puntare su quello, farne la valigia per il futuro. E il più delle volte non mi devo neanche sforzare, avviene in automatico...
Ora, nei giorni di grazia, sono sicura che quel periodo di crisi mi abbia offerto la possibilità di fare come un lungo viaggio, di capire la mia famiglia e ancor più me stessa. Forse è arrivato proprio nel momento giusto, costringendomi a crescere.
Oggi è un giorno di grazia ;-) !

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