mercoledì 19 marzo 2014

Arte per la festa del babbo

Stamattina stavo pensando ad un'opera d'arte adatta a festeggiare i babbi e in un aggiornamento della pagina Facebook del palazzo Strozzi mi si è parata davanti agli occhi questa perla, scelta proprio per celebrare questa giornata visto che in essa non è Maria a tenere in braccio il bambino Gesù, ma il suo babbo...


Nella chiesa di San Michele Visdomini, detta anche San Michelino, in cima a via de' Servi, quasi arrivati in piazza del Duomo a Firenze, è custodita la Sacra Conversazione, detta Pala Pucci.
Questo dipinto ad olio (214x195 cm) fu commissionato al Pontormo da Francesco di Giovanni Pucci, gonfaloniere di giustizia, per la sua cappella funebre. L'opera non è mai stata spostata dalla sua collocazione, cioè la parete destra della chiesa.

La data, 1518, si trova impressa sul libro aperto sulle ginocchia di San Giovanni Evangelista.
Pontormo rompe la tradizione fiorentina delle sacre conversazioni nelle quali tutte le figure ruotano attorno al fulcro centrale rappresentato da Maria col Bambino e inventa nuovi schemi, nuove linee di forza "spargendo"  i personaggi in tutto lo spazio del dipinto.
Maria figura al centro, in una nicchia, mentre indica verso l'altare della chiesa verso il quale sono rivolti anche il Bambino e San Giuseppe.
Giovanni evangelista siede su un ceppo, in basso a sinistra e guarda l'aquila, il suo animale simbolo, che gli ispira le parole del Vangelo che sta scrivendo, penna alla mano e libro aperto sulle gambe.
Al centro San Giovannino indica Gesù e guarda San Francesco, inginocchiato dietro di lui, tutto assorto in una estatica preghiera rivolta al Bambino.
Più a destra Giacomo Maggiore (di Zebedeo o San Jacopo), col bordone e lo sguardo rivolto allo spettatore. Sopra di lui un angioletto sposta una tenda, in simmetria con un altro sulla sinistra.
Il gioco di sguardi e di gesti ci conduce a San Giuseppe e sposta così verso sinistra il centro vero della composizione.
Il dipinto si può dividere in due zone, una a destra ed una a sinistra che hanno un raccordo nella testa di Maria, vertice del triangolo che ha alla base San Giovanni e San Francesco, i santi del committente e del padre di questo.
Le torsioni delle figure, gli sguardi ed i gesti che si incrociano, annullano l'effetto di simmetria.
Il fondo scuro amplifica la luce che si riversa sui personaggi, più forte su San Giovanni e San Giuseppe perché allude allo Spirito Santo che ispira la scrittura del vangelo e le loro azioni, tanto forte da far risultare più accentuate le loro fisionomie.
La preminenza di Giuseppe nel dipinto si lega alle dispute teologiche del tempo e in questo senso è significativa la presenza di San Giacomo che nel suo vangelo apocrifo il Protovangelo di Giacomo, racconta l'infanzia di Cristo e loda la cura paterna che ebbe per lui San Giuseppe.

L'opera in questi giorni è esposta a Palazzo strozzi nell'ambito della Mostra recentemente aperta su Pontormo e Rosso Fiorentino. Nell'operazione di spostamento dalla chiesa, sul retro della tavola si è potuto osservare una figura maschile, tracciata a carboncino, vestita di una lunga veste allacciata in vita, raffigurata quasi di schiena mentre si curva su un tavolo da lavoro.



Il confronto coi disegni preparatori per la realizzazione della tavola portano a riconoscere in questa figura la mano di Pontormo che ritrasse forse dal vero un garzone al lavoro, magari proprio nello studio dell'artista.


Se a qualcuno interessa, ecco il link per la  mostra su Pontormo e Rosso Fiorentino che si tiene a Palazzo Strozzi a Firenze.

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