lunedì 7 novembre 2011

Oggi mi sfogo

Ultimamente,ovunque io mi giri,vedo aspetti della società che non mi piacciono e mi sento rabbiosa e frustrata,perchè non è questo il mondo che vorrei per mio figlio e per me e perchè so di non poter cambiare NULLA.Ciononostante non ho intenzione alcuna di modificare il mio modo di essere e di vedere la vita perchè significherebbe rinnegare me stessa e tradire tutto quello che mi è stato insegnato.
Ma sono stanca di camminare nel verso sbagliato per via Calzaioli affollata la domenica prima di Natale....
La maggior parte delle persone con cui sono quotidianamente in contatto tramite i social networks sembra pensarla come me su certe cose...magari se esprimo i miei pensieri,ci troviamo in diversi a camminare a fianco in via Calzaioli e formiamo anche noi una corrente,capace,chissà,di invertire la rotta...io ci spero,sopratutto perchè la maggior parte di queste persone è già genitore,l'altra parte lo potrebbe diventare presto,visto che per lo più son tutti più giovani di me!!
Ieri nell'inserto Bambino di Donna Moderna trovo un articolo dal titolo "Adesso la chiamano secchiona".
Lorenzo negli 3anni di primaria si è beccato spesso di "capiscione" che in dialetto equivale a secchione e forse ha anche una sfumatura più dispregiativa.Io ho cercato di spiegargli come vivere questa situazione,ma lui è un bambino/ragazzino timido e vergognoso e ha continuato a studiare e a rispondere se interrogato,ma ha smesso di alzare la mano e intervenire nelle "interrogazioni" collettive.Peggio.Ha anche smesso di chiedere delucidazioni se qualcosa non gli era ben chiaro.
La risposta nell'articolo circa come comportarsi quando un bambino si prende del secchione,è affidata a Letizia Maduli responsabile  del dipartimento di psicologia evolutiva dell'associazione Srm psicologia.
Ve la riporto fedelmente...
Per prima cosa bisogna interrogarsi se in famiglia non si sia data troppa enfasi all'importanza dei voti(e ti pareva,è colpa sempre della famiglia!!).Poi chiedere all'insegnante se il bambino a scuola si isola(e ci credo,se viene deriso...),se aiuta o meno i compagni in difficoltà (pure!!).Infine far riflettere il bimbo con domande del tipo perchè ti escludono dal gioco,cosa potresti fare per giocare con loro?cosa ti dicono,cosa potresti dire tu...A parte che la signora mi sembra assolutamente fuori tema....ma non è finita...ecco cosa non fare : è un errore suggerirgli cosa dire ai compagni che lo prendono in giro,perchè così non lo aiutiamo a capire la situazione e non si deve farne un dramma perchè anche gli adulti non vanno d'accordo con tutti.Questo è vero,ma gli adulti dovrebbero essere più attrezzati psicologicamente e verbalmente per difendersi.Ma che razza di risposta è???
La cosa che più mi ha mandato in bestia è che queste sono le risposte di una professionista,non di me mamma che parla e pensa col buonsenso della gente comune...
Ora,tanto per essere chiari,il discorso del secchione è sempre esistito...ma la risposta che i genitori e gli insegnanti devono dare ai ragazzi è un'altra... e ,ironia della sorte,è contenuta nel libro di cittadinanza di mio figlio che dice :"..viviamo in un mondo complesso per orientarsi nel quale servono strumenti che solo un'adeguata istruzione può fornire...pertanto studiare è un diritto perchè tutti devono avere la  stessa possibilità di crescita,sviluppo e arricchimento sia materiale che spirituale ,ed è un dovere perchè tutti abbiamo l'obbligo ,prima verso noi stessi,poi verso la società,di contribuire al bene collettivo con le nostre conoscenze e capacità,nello sviluppo delle quali gioca un ruolo fondamentale la scuola."
La scuola non è uno sport,un passatempo,un per di più,ci si va per studiare..qualche giorno se ne ha più voglia,qualcuno meno,qualche giorno è facile,qualche altro difficile,a volte si riesce,a volte no.Come il lavoro per i grandi,come la vita...
Ci sono bambini che sistematicamente non studiano,non portano il materiale.E le maestre aspettano che si mettano in pari.Poi si convocano le famiglie,si espone la situazione,ma niente cambia e le insegnanti aspettano ancora.Per non parlare di chi a scuola non ha il benchè minimo rispetto dei compagni,del personale docente e non docente.E  per benchè minimo rispetto intendo offese,parolacce, "ribellioni".
Io sono stanca.La scuola è di tutti,non può essere sempre e solo in mano a chi offende,deride,non ha voglia.E per cambiare le cose occorrono l'impegno delle famiglie e un atteggiamento fermo di dirigenti scolastici e insegnanti che a volte,mi sembrano molto impauriti.
E PRETENDO che una che si occupa di psicologia evolutiva le dica queste cose,chiare,ben chiare.Le altre sono superficiali e ingiuste,perchè faranno pensare al secchione di essere nel torto,che studiare non vada bene,che sia una cosa di cui vergognarsi.E invece ha una sacrosanta ragione.

4 commenti:

  1. lu, i miei non vanno ancora a scuola, lo sai. ma qui in inghilterra vedo una situazione molto simile, forse anche peggiore. io non ho voglia che mio figlio vada in una scuola circondata da pecore, stiamo facendo tutto il possibile per vivere in una zona dove ci siano delle buone scuole, ma ora che siamo qui ci stiamo rendendo conto che anche le scuole cosiddette buone in realta' non lo sono poi questo granche'. qualche volta pensiamo anche ad una scuola privata, per quanto costi davvero molto. pero' - e questo si sa - nemmeno le tariffe alte tengono gli idioti alla larga (spesso accade l'opposto, in effetti).

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  2. Il problema,infatti,Elena,non sono le singole scuole,è la società.Cioè un problema grosso come una montagna....

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  3. Ciao Lucia, io non sono mamma, ma ti leggo da quando poco fa hai aperto il blog e prima ancora su twitter. Io ero come tuo figlio, ma per fortuna ho passato un periodo buio solo alle scuole medie, perchè sia alle elementari che al liceo eravamo un gruppetto di "secchioni", ci sembrava normale il nostro comportamento e gli altri non ci prendevano in giro, per poter poi essere aiutati. Purtroppo alle medie ero sola, per un anno intero nessuno della classe mi ha rivolto parola e non perchè non aiutassi, ma semplicemente perchè ero educata, facevo i compiti e prendevo bei voti. Secondo me voi in casa dovreste far capire a tuo figlio che la normalità è studiare, interessarsi, chiedere (magari anche facendogli conoscere altri bimbi come lui), in modo da dargli più sicurezza per affrontare la quotidianità in classe.
    un abbraccio

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  4. grazie chiara le esperienze servono sempre...proseguirò per quella via!un abbraccio anche a te.

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